LA TECNICA DI VOGA La tecnica della voga alla
veneta si differenzia da quella più diffusa, seduta,
perché il vogatore è in piedi, rivolto in avanti, con i
remi appoggiati nei tipici scalmi chiamati fórcole. E una tecnica di voga piacevole, perché
permette di vedere dove si sta andando, ed anche
estremamente efficiente, come è stato recentemente
confermato da uno studio sul consumo energetico del
vogatore, dal quale è emerso che si possono trasportare
tre persone, più lo scafo che pesa mezza tonnellata, con
lo stesso dispendio di energie che si ha camminando.
Oltre allefficienza è rimarchevole anche la grande
manovrabilità, il gondoliere riesce senza muoversi dalla
sua postazione a compiere tutte le manovre tra le quali:
partenza, navigazione a vuoto o a pieno carico, virate ad
angolo retto, arresto più o meno rapido, ma anche
spostamenti laterali, o arretramenti.
Il primo
movimento è tutto sommato abbastanza intuitivo, un
po più complesso da capire è il movimento
successivo nel quale si fa ritornare velocemente il remo
al punto di partenza, mantenendolo immerso con il bordo
anteriore della pala inclinato verso il basso, in modo
sfruttare la sua resistenza per correggere la rotta.
Sintende
che se la stalìa fosse equivalente alla spinta
la barca rimarrebbe diritta sì ma ferma, pertanto si
sono cercati tutti gli accorgimenti possibili per ridurre
al minimo leffetto di frenata alla ricerca del
massimo rendimento. Non per nulla le regate ad un solo
remo sono considerate luniversità della voga,
richiedendo sì forza ma anche tecnica, stile ed
esperienza.
Poi, quando
la barca ha raggiunto un sufficiente abbrivo, si passa il
remo sul mòrso per la vogata normale illustrata
precedentemente.
e quello che la mantiene diritta o la porta verso sinistra con il remo messo nella parte alta della fórcola sotto la sporgenza della testa o récia , detta siàda alta.
Bisogna
ricordare che durante la siàda, come nelle
altre manovre, lorientamento della pala è sempre
lo stesso della vogata normale cioè con la faccia a
spigolo che preme sullacqua, in modo da sollecitare
le fibre del legno sempre nello stesso verso. Inoltre è
consigliabile anche accorciare il remo per evitare un
duro contraccolpo sulle braccia.
Se si deve spostare la barca lateralmente si usa dar zó, cioè si allunga il remo in avanti lungo la barca e si fa leva sullo scafo; questa manovra si fa impugnando il remo con la sola mano destra.
Si da zó anche a poppa per far girare la barca a destra senza avanzare, come se fosse su un perno.
Per spostare solo la poppa a destra si fa la manovra di tiràr acqua, cioè simmerge il remo verticalmente e lo si tira a sé con le due mani facendolo oscillare lateralmente.
Invece per vogare nei canali stretti il gondoliere si sposta in avanti sopra i trastolìni, a ridosso del sedile dei passeggeri, e voga in sànca, con il remo immerso che compie movimenti alternati in diagonale da destra a sinistra come nella voga a bratto.
Per finire cè una manovra un po curiosa nella quale invece delle mani si usa il piede; la si esegue quando, nel compiere la virata a destra in un canale molto stretto, lo scafo scarroccia e rischia di urtare con la poppa sul muro delle case, allora il gondoliere allunga la gamba sinistra fuori bordo dando una spinta che evita il contatto.
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